BASTA ECATOMBI NEL MEDITERRANEO!

22/04/2015
Communiqué
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Roma, 22 aprile 2015 - La L.I.D.U., Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, esprime la propria rabbia per le oltre settecento vittime del naufragio del peschereccio che si è capovolto nella notte fra il 18 ed il 19 aprile nel Canale di Sicilia, a circa 60 miglia a nord della Libia.

La morte di 700 emigranti in cerca di protezione o lavoro è un crimine che grida vendetta contro tutti quelli (persone o Istituzioni) che, avendone la possibilità, non si adoperano efficacemente perché queste tragedie non si verifichino.
L’ecatombe del Mediterraneo è il risultato dell’assenza di una strategia politica dell’Italia, dell’Europa e delle Nazioni Unite che sappia affrontare alle radici il fenomeno.

Se, da un lato, si attuano provvedimenti di emergenza che affrontano soltanto gli effetti (e nemmeno validamente) di un fenomeno che risale a cause e responsabilità ben più lontane e pesanti, dall’altro tale fenomeno sarà destinato ad aggravarsi sempre di più nella misura in cui non si affrontano con determinazione e lungimiranza le conseguenze politiche, geopolitiche e umanitarie nate nel Medioriente e nell’area del Mediterraneo dopo la "Primavera Araba"; se non si mette al centro dell’azione politica il rispetto dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali; se le Nazioni Unite non hanno la forza per obbligare gli Stati firmatari dei Patti Internazionali al rispetto dei diritti dell’Uomo contro ogni forma di violazione, con particolare riferimento a quelle caratterizzate da trattamenti crudeli, inumani e degradanti; se l’Europa non esprime una politica unitaria in grado di formulare ed attuare un progetto strategico che utilizzi in positivo l’enorme potenziale energetico implicito nel fenomeno migratorio.

L’immigrazione va affrontata, guidata e risolta con una politica che sappia rispettare e mettere d’accordo le esigenze e gli interessi dei Paesi di origine e quelli destinatari dei flussi: infatti, solo attuando una politica di reciprocità tra i Paesi di provenienza dei flussi e quelli di destinazione, si toglieranno anche le ragioni che l’Isis usa strumentalmente per attirare risorse umane.

Tutto questo presuppone un impegno, una volontà, una capacità politica delle Istituzioni Europee e internazionali di elaborare un progetto politico strategico finalizzato alla pace tra i popoli, alla promozione di un equo sviluppo economico che favorisca il riscatto dal bisogno delle popolazioni più indigenti, al riconoscimento della dignità e dei diritti fondamentali universalmente riconosciuti.

La LIDU ribadisce che, in assenza di un progetto capace di affrontare alle radici, nel modo giusto, le cause della profonda crisi che l’area del Mediterraneo e, per esso, tutto il mondo sta attraversando, le tragedie umane che si stanno verificando, via mare e via terra, tra disperati che scappano dalla miseria, dalla persecuzione e dal terrore, sono destinate a ripetersi.

La LIDU, col sostegno della FIDH e dell’AEDH, si impegna a "braccare" le Istituzioni nazionali e internazionali affinché, oltre ad affrontare adeguatamente, nel rispetto dei diritti umani e della dignità dell’Uomo, la situazione di emergenza in atto, abbandonino la politica rivolta agli interessi particolari ed inizino ad affrontare una politica di ampio respiro che sia rivolta agli interessi di tutta l’umanità.

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